lunedì 10 ottobre 2016

ANNETTA CASALONI, mezzosoprano-contralto

L’unica creatura nata a Mondovì Piazza il 13 dicembre 1826, come risulta dal registro battesimale, risponde al nome di Casalone Anna Maria Joanna, figlia di Silvestro e di Anna Vacca. Casaloni è dunque un nome d’arte e Annetta il diminutivo di Anna Maria: lievi modifiche imposte probabilmente da un impresario, preoccupato di dare alla giovane un nome che “suonasse bene”.
     Nata a Piazza, la Casaloni si trasferì verso i vent’anni a Milano per studiare canto con il m° Panizza e debuttò alla Scala in Cenerentola di
Rossini nella stagione di quaresima del 1848. L’anno seguente ottenne una folgorante affermazione a Londra quale Pierotto nella donizettiana Linda di Chamounix; in quell’occasione il corrispondente della Gazzetta Musicale di Milano così scrisse: “A. Casaloni eseguì la sua prima canzone con arte somma, con sorprendente perizia, né fu minore a se stessa nelle altre parti dell’opera; non solo rifulse come attrice animatissima, ma come cantante squisita”.
     Nel settembre 1850 Verdi l’ammirò al Teatro Carcano di Milano quale Federica nella Luisa Miller e la scelse, l’anno seguente, per creare il ruolo di Maddalena nel Rigoletto alla Fenice di Venezia. Nonostante la carriera brillante, che la portò per una ventina d’anni nei più importanti teatri italiani ed europei, nel Nord e nel Sud America, la Casaloni cantò una sola volta a Torino, al Teatro Regio nel gennaio 1861, in uno dei ruoli più congeniali alla sua voce di autentico contralto: l’Azucena del Trovatore (opera in cui trionfò anche al Carlo Felice di Genova nel marzo dello stesso anno)
     Bella donna, dotata di “voce robusta, che modula con grande maestria” (come riferisce un critico del tempo), abilissima attrice (“sovente con il solo gesto strappa l’applauso”), ebbe in repertorio Gli Ugonotti e Il profeta di Meyerbeer, la Lucrezia Borgia di Donizetti, Semiramide, Cenerentola, Barbiere di Siviglia e Italiana in Algeri di Rossini, Orfeo ed Euridice di Gluck.
     Nella sua città natale tenne vari concerti benefici, come quello al Teatro Sociale di Mondovì Piazza, il 31 marzo 1862, durante il quale si esibì insieme ad alcuni dilettanti.
     Dopo il ritiro dalle scene, la Casaloni andò a Roma per insegnare canto alla Scuola della Confederazione Teatrale di Musica e si trasferì poi a Torino, in un alloggio di piazza Vittorio Veneto 1, dove visse fino alla morte, avvenuta il 7 gennaio 1915.
     Anche nella capitale piemontese fu apprezzata come maestra di canto. Ancora pochi giorni prima della sua scomparsa, la cantante (come riferisce un articolo pubblicato il 9 gennaio 1915) aveva impartito alcune lezioni ad una sua allieva prediletta. Si trattava, quasi certamente, di Claudia (destinata a diventare la “divina” Claudia Muzio) impegnata in quel periodo al Teatro Regio di Torino nel ruolo wagneriano di Sieglinde.

Da «Provincia Granda», 22 settembre 1989:

(…) Un pizzico di fortuna, o meglio una “soffiata” provvidenziale dell’amico Aldo Crosetti, mi ha portato a conoscere l’ultima parente di Annetta Casaloni, la prof.ssa Bianca Fantini, insegnante di pianoforte, che vive a Breo, in via Sant’Agostino, sopra la farmacia Balbo.
     Dapprima titubante, l’anziana e vispa signorina si rivela ben presto un’amabile conversatrice, ben lieta di fornire tutte le notizie in suo possesso e di tirare fuori da un vecchio cassetto  alcune fotografie ingiallite (preziosi dagherrotipi) e vari ritagli di giornali.
     «Guardi – mi dice “tòta Bianca” – in queste tre fotografie è ritratta la Casaloni, in una è con un bambiuno, forse suo figlio.»
     - Chi è, per lei, Annetta Casaloni?
     «Mia nonna, che abitava a Bastia, era nipote della Casaloni e mi parlava sovente di questa grande cantante che, di tanto in tanto, era andata a trovare i parenti a Bastia, dando saggio, ogni volta, della propria arte. Le foto sono poi passate a mia madre e adesso le ho qui, in mezzo ad altri vecchi ricordi.»
     - Lo sapeva che, in realtà, si chiamava Casalone?
     «No, però ora capisco perché un giornale di fine Ottocento, La Sentinella delle Alpi, ricorda la figura di un certo Carlo Casalone, con la e finale, distintosi in una battaglia del Risorgimento. Sapevo che era il fratello della Casaloni,  ma pensavo che la e fosse dovuta a un errore di stampa.»
     - E’ contenta che si dedichi il Premio “L’opera” alla Casaloni?    

     «Certo. Quando si parla di cantanti monregalesi, si fa solo e sempre il nome del baritono Viglione Borghese, grandissimo artista. Ma non dimentichiamo, però, che qui è nata anche la Casaloni, una delle cantanti preferite da Giuseppe Verdi. Era ora che qualcuno ne parlasse: grazie.» (Bruno Baudissone)

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