venerdì 15 giugno 2018

FRANCO FONTANA, fotografo

Nato a Modena nel 1933, dove tuttora vive e lavora, Franco Fontana è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana del dopoguerra. Egli ha “reinventato” il colore come mezzo espressivo e non soltanto documentario, mediante una inedita analisi, a volte provocatoria, del paesaggio naturale e di quello strutturato, nella ricerca di nuovi segni, strutture, superfici cromatiche corrispondenti alla sua fantasia creativa. I suoi paesaggi si situano al confine tra rappresentazione e astrazione, attraverso una grande sensibilità cromatica e un’altrettanto notevole abilità compositiva. Le forme naturali diventano campiture di colore sorprendenti e la veduta si trasforma in visione. Egli suggerisce spazi d’atmosfera metafisica, di un cosmo altrimenti sconosciuto ed improbabile. Le sue opere sono oggi conservate nei maggiori musei del mondo, tra i quali, il Metropolitan Museum di Tokyo, la George Eastman House di Rochester, il Ludwig Museum di Colonia, il Museum of Modern Art di San Francisco, il Museum of Fine Arts di Boston, il Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, l’Australian National Gallery di Melbourne, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la GAM di Torino, il Musée d’Art Moderne di Parigi, il Kunsthaus Museum di Zurigo, il Victoria Albert Museum di Londra. Ed è notevole citare una nota di Italo Zannier nella pubblicazione “Storia e tecnica della fotografia”, Ed. Laterza: “Un mondo improbabile sembra essere anche quello delle immagini di Franco Fontana, dove il colore è essenziale a tal punto da far dimenticare che è esistita la fotografi a in bianco-nero, con la quale non si tentano neppure confronti, perché il colore, qui, non è un’aggiunta al chiaroscuro, ma diviene un diverso modo di vedere”. Fontana sembra essersi liberato da quelle esigenze spettacolari che hanno caratterizzato la fotografia a colori – anche la sua – dell’ultimo decennio, accettando, finalmente, la tecnica del colore come un traguardo inevitabile nell’evoluzione della fotografia.

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