lunedì 2 dicembre 2013

Vittorio Borrelli, regista

Classe 1959, figlio d’arte, intraprende la carriera teatrale a 14 anni, entrando nel nuovo Teatro Regio di Torino, inaugurato da pochi mesi, come figurante e mimo. Sotto la guida del padre, già direttore di scena del teatro torinese, allarga i propri interessi alla danza classica, alla prosa, alla scenografia ed infine alla regia. A 22 anni alterna stagioni al Regio, come tecnico di palco, con altre all’Arena di Verona, in qualità di assistente alla regia: è di questo periodo l’incontro con  maestri come Sylvano Bussotti, Giuliano Montaldo, Mauro Bolognini e Filippo Crivelli. Quest’ultimo gli affiderà nel 1985 la ripresa di un suo spettacolo a Bergamo, L’aio nell’imbarazzo di Gaetano Donizetti, nell’ambito del festival donizettiano; nel 1987 a Bari, riprende Turandot per la regia di Grisha Asagaroff e scene di Joseph Svoboda. Dal 1991 ricopre con entusiasmo il ruolo di direttore di scena e assistente alla regia presso il Teatro Regio di Torino: da allora si sono succedute collaborazioni con registi come Alfredo Arias, Pierluigi Pizzi, Jonathan Miller, Alberto Fassini, Ugo Gregoretti, Giuseppe Patroni Griffi, Ermanno Olmi, José Carlos Plaza, Luca Ronconi, Luigi Squarzina, Ettore Scola, Giuliano Montaldo, Michele Placido, Robert Carsen, per citarne solo alcuni. È del 1994 la sua prima regia, L’elisir d’amore, alla quale seguirà La bohéme, Hänsel und Gretel e Evgenij Onegin, con una straordinaria Mirella Freni in veste di protagonista; a lui si deve la prima rappresentazione italiana di The man who mistook his wife for a hat di Michael Nyman, spettacolo del quale a firmato scene e regia. In collaborazione con la scenografa Claudia Boasso, sua compagna d'arte, per il Teatro Regio di Torino, ha prodotto i recenti allestimenti di Il barbiere di Siviglia, La Bohème, su progetto del grande scenografo Eugenio Guglielminetti e L'italiana in Algeri.

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