lunedì 18 dicembre 2017

Tullio Macoggi, pianoforte

Tullio Macoggi, pianoforte (6/5/1912 MILANO - 25/08/1985 SASSELLO - SV ) Milanese, si diplomò giovanissimo col massimo dei voti. Si perfezionò con Anfossi e Kempff. Ha suonato in Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Svizzera. Acclamato solista ha suonato sotto la guida di A.Erede, V.Gui, H.Scherchen, I.Strawinsky. 
E' difficile contenere in poche righe il curriculum del Maestro Tullio Macoggi, cosi noto in Milano sua città natale e di studi, a Perugia dove egregiamente ha insegnato pianoforte al Conservatorio sino allo scorso anno, avendo ottenuto da quest'anno la cattedra al "Paganini,, di Genova, nell'Italia tutta e nel mondo per la sua eccellente attività di solista e di collaboratore pianistico. Diplomatosi col massimo dei voti al Conservatorio "G. Verdi,, di Milano, conquistando il premio "Conte Durini,, studiò con i Maestri G. Fano, G. Anfossi e si perfezionò in seguito a Postdam con Wilhem Kempf.
Ottenne varie premiazioni in concorsi pianistici e di Musica d'Insieme. Acclamato solista ha tenuto concerti con i Direttori d'orchestra Alberto Erede, Hans Haug, Hermann, Scherchen, Igor Strawinsky.
Come collaboratore è considerato tra i più qualificati in Italia ha tenuto  tuttora concerti con i migliori violinisti italiani e stranieri in Europa, negli Stati Uniti d'America ed in Sud Africa.
Ha inciso vari dischi ed ha registrato più volte per la RAI, per la Televisione italiana e per varie emittenti estere. E' stato titolare di pianoforte principale al Conservatorio di Genova.
E' stato collaboratore al Concorso Internazionale di violino "N. Paganini" di Genova.
A lui sono dedicati i Corsi Internazionali di perfezionamento musicale “Tullio Macoggi” di Varenna.
Come solista è stato partner dei violinisti Gioconda De Vito e Uto Ughi.

Lettera di Luciano Chailly in ricordo di Tullio Macoggi,  pianoforte

Ci sono persone, nell'ambito della nostra attività di artisti, e ancora più di organizzatori  artistici, che entrano nella tua vita con apparizioni saltuarie, a “blitz”.
Ti compaiono nella penombra, come il Cesare del Dottor Caligari,  e te le trovi misteriosamente al fianco, come nel Castello di Kafka.
 Di alcune di tali persone afferri soltanto l'ombra (non il corpo) e spariscono nel buio. Mentre ci sono quelle che, con la forza del loro spirito, subito ti affascinano ti regalano un bagliore di luce e - anche se poi andranno per la loro strada - non le dimenticherai mai più.
Così avvenne - per me - con Tullio Macoggi lo conobbi al conservatorio di Perugia.
Quando Valentino Bucchi poco prima (io abitavo a Roma) mi aveva invitato ad accettare l'insegnamento della composizione del suo “Morlacchi”, per acuire il mio interesse mi fece il nome di alcuni docenti, i migliori, e tra i primi citò appunto il Macoggi, partner della De Vito (Gioconda De Vito, violinista) rinomato ed amato da tutto l'ambiente musicale.
Fu lì, a Perugia, che avemmo (per dirla alla Cardarelli) i nostri brevi incontri, o nei corridoi dell'Istituto, o per la strada, o in qualche aula deserta prima della lezione, o prima di un concerto.

I connotati indimenticabili di Tullio Macoggi erano, entro l'arco generale della sua grande civiltà, Il senso profondo dell'amore per tutto ciò che è bello è alto; il suo atteggiamento di semplicità di autenticità con fondo -sotto scorza- di estrosità;  l'acutezza (nella riservatezza) del suo giudizio, breve, alle volte lievemente ironico, ma infallibile, frutto di lunghe meditazioni, di maturazione, di convinzione.

Per lui non esisteva improvvisazione, mezzo termine, compromesso.
Per lui esisteva soltanto il desiderio di continuo approfondimento per la conquista della verità e dell'assoluto.
L'arte non poteva essere uno scopo “per l'affermazione di se stessi “o tanto peggio una maniera “per giocare se stessi”.
L'arte era per Macoggi la ragione vera della vita.
Non affrontarla con dedizione, in spirito di totale integrità, avrebbe significato tradire I postulati, il dono dell'esistenza.
L'anno scorso quando ero all'Opera di Genova mi chiamò al telefono.
Voleva, nel suo altruismo e con la sua bontà, parlarmi di un giovane che stimava.
La sua voce era pallida, quasi intimidita, ma non impacciata, sempre esatta, viva.
Non avrei certo immaginato che il suono di quella voce si sarebbe spento per me nel buio di quel cavo telefonico.  Luciano Chailly 

La documentazione pubblicata è stata ricevuta per gentile concessione della figlia del Maestro Tullio Macoggi.

Il concertista è stato presente a Vigevano per due stagioni 1978 e 1979 del  Civico Istituto Musicale Costa.

Giovedì 30 marzo 1978 alle ore 21,15
Marco Lenzi, violinista
Tullio Macoggi, pianoforte

Giovedì 15 marzo 1979 alle ore 21,15
SERGIO MARZI, violino
TULLIO MACOGGI, pianoforte
Vedi programmi sul sito di Concertodautunno Fotomemoriastorica

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