martedì 24 ottobre 2017

Adriano Guarnieri, compositore

Nato a Sustinente (Mantova) nel 1947, ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Bologna, diplomandosi con il massimo dei voti in Musica Corale, sotto la guida di Tito Gotti, e in Composizione, nella classe di Giacomo Manzoni.
Inizialmente ha affiancato all'attività di compositore quella di direttore di ensemble, fondando nel 1975 a Firenze il Nuovo Ensemble Bruno Maderna con cui ha presentato numerose prime esecuzioni in Ungheria, alla Biennale di Venezia, a Milano (Musica nel nostro tempo), Firenze (Estate Fiesolana), per poi dedicarsi esclusivamente alla composizione.
I suoi primi lavori risentono dell'originaria matrice strutturalistica, come Alia per orchestra, Musica per un'azione immaginaria, L'art pour l'art, Nafshi. Sul finire degli anni 70, con Re' it, Poesia in forma di rosa e soprattutto con la trilogia dei Pierrot, si cominciano a delineare i tratti di un pecorso assolutamente personale, col superamento dell'impianto strutturalistico e la ricerca di nuovi mezzi linguistico-espressivi. Un altro dato significativo della produzione di Guarnieri è offerto da alcune presenze strumentali costanti. Al di là della naturale affinità elettiva con la voce femminile (compresa quella "leggera" o rock), veicolo primario delle sue istanze poetiche, è con il flauto e il violino, attraverso le personalità interpretative rispettivamente di Annamaria Morini e di Enzo Porta, che si sintonizza in modo privilegiato la sua sensibilità timbrico-espressiva. A partire dal 1980 nascono così numerose composizioni, eseguite in tutto il mondo: per il flauto Preludio alla notte, Passioni perse, ...del mare infinito, Nel grave sogno; per il violino Arco e il recente Epifania dell'eterno. Il momento culminante viene raggiunto con l'azione lirica Trionfo della notte, un'opera "non narrativa" andata in scena al Teatro Comunale di Bologna nel 1987 e insignita del Premio Abbiati della critica italiana quale miglior composizione dell'anno. Nel 1993 un altro riconoscimento gli viene attribuito dalla citte' di Montepulciano, il cui Festival gli commissiona l'azione lirica Orfeo...cantando tolse, su testo del Poliziano. Nel 1995 inizia una lunga collaborazione con il poeta Giovanni Raboni, da cui nascono Quare tristis e Pensieri canuti e che si estende fino alla realizzazione del testo della Passione secondo Matteo. Alla sua memoria e' stato dedicato il gie' citato Nel grave sogno(2005). Queste tre partiture inaugurano una serie di lavori per grandi organici (soli, coro e orchestra) che punteggiano la produzione di Guarnieri dalla metà degli anni ‘90. Quare tristis inaugura la Biennale di Venezia del 1995 dedicata al sacro ("L'ora di le' dal tempo"). Pensieri canuti viene presentato al Festival di Salisburgo del 1999 nel quadro del "Progetto Pollini". Segue la Passione secondo Matteo, commissionatagli dalla Scala per il Giubileo del 2000, in cui il testo di Raboni si intreccia con Pasolini e con l'evangelista Matteo; eseguita nella chiesa di S.Marco, suscita reazioni di profonda partecipazione. Nelle vaste composizioni di questo periodo inizia a presentarsi un nuovo elemento compositivo, destinato ad assumere un peso sempre più determinante nella produzione successiva: il live electronics: inevitabile sbocco del percorso intrapreso da Guarnieri fin dalla svolta degli anni ‘80, imperniato sulla centralità del suono, l'uso di questo mezzo tecnologico è finalizzato in primo luogo a creare mobilità e spazialità del suono, e solo più recentemente alle sue trasformazioni. Si assiste cose' alla realizzazione di vere e proprie partiture elettroniche, con la collaborazione di Alvise Vidolin, regista del suono in tutte le produzioni più rilevanti.
Nel 2003 termina il rapporto editoriale con Casa Ricordi, editore unico di una lunga fase iniziata nel 1975 con Musica per un'azione immaginaria e che si chiude con Solo di donna, azione lirica in un atto per voce, flauto, arpa e live electronics, presentato l'8 marzo 2004 al Teatro Le Muse di Ancona. Nello stesso anno parte un nuovo rapporto editoriale con RAI Trade, che subito si concretizza in un altro lavoro di vaste dimensioni, La terra del tramonto, live-symphony n.1 per grande orchestra, soli strumentali in sala e live electronics.   Da poco ha terminato di scrivere l'opera Pietra di diaspro per sette soli, sette trombe, sette arpe su nastro, flauto, flauto iperbasso, coro, orchestra e live electronics, su testi dell'Apocalisse e di Paul Celan: la prima esecuzione è stata al Teatro dell'Opera di Roma nel 2007, per poi essere ripresentata in forma di concerto al Ravenna Festival nello stesso anno. 
Una concezione formale del tutto diversa caratterizza la "Sinfonia breve" che porta anch'essa il titolo La terra del tramonto, perchè nasce nel 2004 dalla riflessione sulla ricchezza dei materiali della "Live-Symphonie" e dal loro radicale ripensamento: la commissione del Teatro Comunale di Bologna comportava la rinuncia al live electronics e all'organico della grande orchestra, perchè il pezzo era destinato ad essere presentato all'interno del ciclo dedicato alle sinfonie di Beethoven. A questa circostanza si collega la scelta obbligata di un'orchestra dall'organico beethoveniano e l'omaggio con la citazione di un tema dell'Adagio della Sinfonia Pastorale. Il ripensamento comporta un certo alleggerimento delle linee e una accentuazione delle componenti più liriche della "Live-Symphony".

Nessun commento:

Posta un commento