Figlia
di un militare piemontese, Maria Teresa Pippeo nacque a Mondovì il 26 ottobre
1817. Educata in un collegio di Torino, imparò a suonare il clavicembalo, ma
non si dedicò al canto perché priva di voce. Verso i 18 anni una grave malattia
le lasciò in eredità una bella voce, per cui si dedicò al canto a Torino con il
m.° Manzocchi e a Milano con A. Mazzuccato. Dopo aver sposato l’appaltatore
teatrale Antonio Borsi di Lugo ed aver debuttato con il nome d’arte di Teresa
De Giuli Borsi al Teatro Re di Milano, si perfezionò a Bologna con L. Ronzi.
Il debutto nel teatro milanese avvenne nel
1839 con Elisa e Claudio di
Mercadante e con la difficilissima Beatrice
di Tenda di Bellini. Dopo essersi esibita
a Venezia, Trieste, Reggio Emilia e Parma, nel 1842 interpretò il Nabucco alla Scala di Milano. E’ noto
che prima interprete femminile del Nabucco
verdiano, la sera del 9 marzo 1842, fu Giuseppina Strepponi, amica e
protettrice del giovane compositore e sua futura moglie; ma non dobbiamo
dimenticare che, nelle 8 recite in cui fu protagonista, la Strepponi ebbe un
semplice successo di stima e non pochi critici ne sottolinearono
l’inadeguatezza alla parte. Strepitoso fu invece il successo ottenuto nell’estate successiva, sempre alla
Scala, dalla nuova Abigaille: per 57 sere (numero strabiliante di recite, anche
per quei tempi) Teresa De Giuli diede anima e voce al personaggio della folle
principessa, meritandosi l’entusiasmo dello stesso Verdi, che così ne parlò in
una lettera del settembre 1842: “(la De
Giuli) ha superato anche le mie aspettative. Ella ha destato fanatismo nel
Nabucodonosor”. Nell’aprile 1843 la De Giuli fu ancora eccellente
interprete di Abigaille a Vienna e non dobbiamo dimenticare che nel Nabucco andato in scena qualche giorno
dopo a Parma i dirigenti del teatro avrebbero voluto lei come protagonista, ma
Verdi riuscì ad imporre (pagando un debito di riconoscenza) la Strepponi, che
nel frattempo si era rinfrancata vocalmente. Nel 1849 Verdi, che prediligeva la
sua voce, scrisse per la De Giuli la parte di Lida nella Battaglia di Legnano e nella intenzione del maestro la nostra
cantante sarebbe stata anche la prima Gilda nel Rigoletto se una serie di circostanze non lo avesse costretto a
scegliere Teresa Brambilla.
La cantante monregalese non fu soltanto
una delle più accreditate interpreti verdiane (oltre alle opere citate cantò Ernani, Luisa Miller, Rigoletto, Vespri siciliani e Macbeth), ma emerse in tutto il repertorio romantico di soprano
drammatico d’agilità, passando dalla Beatrice
di Tenda del debutto alla Lucia di
Lammermoor, dai Puritani alla Norma (due opere, queste, che cantò
anche al Regio di Torino), dall’Assedio
di Corinto al Marin Faliero.
Dotata di voce estesa ed espressiva,
sorretta da ottima agilità, trionfò nei principali teatri italiani e in varie
città straniere, fra cui Pietroburgo. Ritiratasi dalla vita artistica
all’inizio degli Anni Sessanta, morì a Napoli
il 18 novembre 1877, dopo aver avviato alla carriera di mezzosoprano la
figlia Giuseppina, che calcò le scene dal 1870 al 1890.
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