La
musica è stata “passione di famiglia”. Il padre aveva una splendida voce di
tenore e, per breve tempo, aveva anche studiato canto a Milano. Ma s’era
sposato giovane, e con 6 figli da crescere e scarse entrate, aveva dovuto
cancellare i sogni di gloria. Con rimpianti mai dichiarati ma mai sopiti. La
lirica, compagnia costante in casa Bellini grazie alla radio (tramite i famosi
concerti Martini e Rossi) e ai dischi con le migliori incisioni acquistati di
continuo, è amore di tutti; di Marco in particolare, che da ragazzo ha voce tenorile. Ma anche per lui le lezioni hanno un
costo troppo elevato.
A 24 anni, quando entra nel Coro Monterosa, la voce è
però di baritono. Ma il Maestro del Coro, sentitone il timbro, lo inserisce tra
i bassi. Come basso Bellini matura esperienze in vari Cori; poi torna al Coro
Monterosa, il coro della città di nascita e residenza (Busto Arsizio). Nel
frattempo, convinto da Antonio Parasole, un basso che ha avuto splendida carriera come concertista,
accetta di “mettersi alla prova” come solista. La sua voce di basso profondo, il fraseggio espressivo e nobile, piacciono
e ricordano grandi interpreti (Tancredi Pasero, Samuel Ramey, Nicolaj Ghiaurov,
Bonaldo Giaiotti) che furono apprezzati nei più grandi teatri del mondo.
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